Disabilità e sessualità: 4 chiacchere con la scrittrice emergente Chiara Schembra

Un articolo di

Raggiungeremo la piena inclusività e la parità quando non sentiremo più l’esigenza di discutere di determinati tematiche.

Quando raggiungeremo la parità di genere non ci sarà più il bisogno di parlarne; quando si potrà amare chi si sente d’amare, senza avere paura, non ci sarà più il bisogno di scendere in piazza; quando capiremo che, si, le persone diversamente abili hanno una vita sessuale, una sfera intima come ognuno di noi, a loro modo, certo, un po’ come tutti e tutte, se ci pensiamo bene. 

Quando arriverà quel giorno, questa intervista sarà inutile, ma, nel frattempo, abbiamo dato il nostro contributo, affrontando un taboo sociale opprimente: Disabitá e sessualità. Ne abbiamo parlato con Chiara Schembra, classe 2003, una scrittrice emergente catenese che delle sue difficoltà motorie, seppur con le sue insicurezze, non ne fa una questione identitaria, bensì una sua caratteristica come tante altre. Chiara è autrice di due opere: “Volo sulle nuvole” e “Luci sparse”, raccolta poetica in collaborazione con altri autori e autrici.

Disabilità e sessualità: perchè è un tabù?

Giovane adulto che si prende cura di un amico disabile

Secondo me è un taboo perchè alle persone con disabilità vengono cuciti addosso moltissimi limiti e, quindi, la prima sfera alla quale si pensa è quella sessuale. In realtà dipende molto da come si vive il rapporto sessuale, ognuno ha i suoi modi, le sue “abitudini”.
Come è logico pensare i giovani, in particolar modo, hanno un sacco di dubbi da affibbiare ,spesso, ai molti taboo sul tema.
Tutti e tutte abbiamo fantasticato sulla nostra prima volta, ad esempio.
Quando si ha una disabilità il pensiero, spesso, è più presente, ciò accade perchè ci si sente, per forza di cose, più dipendenti da qualcun altro.

Quanto può influire un tabù sulla percezione del singolo?

Giovane adulto che aiuta un amico disabile

La società, in primo luogo, ha un ruolo essenziale nella costruzione dei tabù.

Partirei dalla base: negli ambienti educativi, tra i quali la scuola, manca un’educazione, che, ancor prima di essere sessuale, dovrebbe essere sentimentale e relazionale. Questo, spesso, si traduce in una totale responsabilità della famiglia. Essa, però, non sempre è così aperta e chiara nell’affrontare determinate tematiche. Il rapporto che si ha con essa, inoltre, è determinato da diversi fattori, tra i quali il contesto sociale di provenienza.

Si dovrebbe fare in modo di normalizzare la discussione sul tema. Io, ad esempio, percepirei un certo disagio nell’alzare la mano per porre una domanda in un’aula universitaria per diversi motivi, tra i quali  la mia disabilità. 

Non basta parlarne, ma serve affrontare l’argomento in modo adeguato. Ho chiesto, per tale motivo, a Chiara di espormi la sua idea a riguardo.

In un rapporto di coppia, ad esempio, in cui una delle due persone ha una delle disabilità, spesso, è l’altra ad avere delle difficolta nell’approcciarsi. Perchè? Molte volte si ha paura di affrontare l’argomento, non si sa come discutere dell’intimità e ciò provoca una distanza fisica ed emotiva per nulla trascurabile.

Sarebbe anche importante parlarne con gli amici, discutere delle proprie paure per capire che appartengono ad ognuno di noi.

La verità è che si dovrebbe estirpare il pregiudizio secondo cui i diversamente abili non hanno una sfera sessuale e si estirpa discutendone, parlarne significa far capire che esiste. Di ciò che esiste, si chiacchera.

Tabù e social network 

Sui social vediamo dei corpi standardizzati, sorrisi e foto ritoccate. Quando abbiamo, quindi, dei momenti di debolezza tendiamo a sentirci sbagliati, d’altra parte, a parer mio, in alcuni casi, si diventa 100% personaggi pubblici. 

Si esiste, solo se si racconta di esistere. Ad ogni modo, come in tutto, gli estremi sono pericolosi. Raccontiamoci senza finzioni, se e come vogliamo.

Costanza Maugeri

Costanza Maugeri

Brand Ambassador at CryptoGirl | Studio Lettere Moderne presso l'Università di Catania. Nella mia vita scrivo per necessità e mangio per passione.

Categorie

Tag

Educazione, Interviste

Condividi