“7 Secrets” e la geometria indagatrice – Intervista alla crypto artist Fabiola Sangineto

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Introduzione

In un mondo in continua evoluzione, l'arte trova nuove forme di espressione che riescono a catturare l'attenzione del pubblico in modi sempre più innovativi. È il caso della digital artist Fabiola Sangineto, la cui passione per l'illustrazione si è sviluppata parallelamente alla sua carriera nell'architettura. Dopo aver vinto un importante concorso all'interno della Biennale di Architettura di Venezia nel 2020, Fabiola ha avuto l'opportunità di esporre le sue opere geometriche e simboliste in importanti contesti come Milano, Roma e oggi anche Bologna con il suo progetto “7 Secrets” esposto alla VISUAL ART 4 IMPACT, guadagnando una visibilità che l'ha lanciata nel mondo dell'illustrazione digitale e nel mercato NFT.

“7 Secrets” e la geometria indagatrice

“7 Secrets” è un’opera che omaggia la città di Bologna, narrandola attraverso i suoi famosi sette segreti. L’illustrazione animata è strutturata con dei dettagli che raccontano la città dal punto di vista architettonico, a svilupparsi simmetricamente. Gli elementi ci vengono presentati all’interno della tela dal macchinario centrale sospeso sul filo d’acqua, la cui costruzione ricorda un “oggetto impossibile” di Escher e Penrose, quasi a voler preannunciare l’enigma che ci ritroveremo a risolvere. Al centro vi è il volto di una donna coperto dalla macchina fotografica che ci invita a cercare questi misteriosi dettagli e venirne a capo.

7 secrets - Fabiola Sangineto
7 Secrets di Fabiola Sangineto

A partire dal centro con l’apertura della macchina fotografica viene rappresentata la finestrella di Via Piella, la cosiddetta “piccola Venezia”, che si affaccia su uno dei canali di Bologna. Ai lati in basso vediamo due figure che scoccano una freccia e rappresentano due delle tre frecce che sono state ubicate secondo la leggenda all’interno della Corte degli Isolani. In basso a sinistra, è rappresentato il “Telefono senza fili” che si trova al Palazzo dei Podestà, il cui voltone crea una sorta di gioco sonoro. Infatti, posizionandosi in un angolo della costruzione si riesce a sentire la voce sussurrata della persona che parlerà dall'angolo opposto. In alto al centro, la torre degli asinelli e il vaso rotto che si trova in cima alla torre, questa immagine sta a simboleggiare il tema della ricostruzione e della resilienza di questa città. In basso a sinistra, la Statua del Nettuno, la celebre scultura con “l’erezione nascosta” realizzata da Giambologna e massima espressione della teatralità manieristica. Un dettaglio aggiunto - non proprio uno dei segreti, più una curiosità -, dall’alto simmetricamente ai lati, abbiamo un lampione che è un riferimento al Lampione dei Neonati, che si accendeva ogni volta che nasceva un bambino negli Ospedali Sant’Orsola e Maggiore. Per ultimo, la presenza di due scritte in latino ai lati: a destra, “canabis protectio” un estratto della frase “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”, ossia “il pane è vita, la cannabis è protezione, il vino è gioia”, incisa sotto la volta di Torre Scappi e frase-emblema della ricchezza della città in relazione al commercio della canapa. Infine a sinistra, “panum resis”, ossia “il pane della resistenza” che indicherebbe la conoscenza come fonte base di ogni decisione. Questa frase è uno dei segreti più controversi della città, perché dovrebbe essere incisa in una delle cattedre dell’università di Palazzo Boggi, storica sede dell’Università di Bologna, ma nessuno è mai stato capace di trovarla.

Intervista a Fabiola Sangineto

Ciao Fabiola, raccontaci come sei diventata un’artista NFT
F: Il mio percorso da artista è in realtà partito in maniera parallela rispetto a quello universitario: ho studiato Architettura e mi sono laureata in progettazione architettonica. Dopo la magistrale ho avuto diverse esperienze lavorative e nel 2019 mi sono trasferita a vivere e a lavorare in uno studio di architettura a Tokyo. Quella per me è stata un’esperienza molto importante, anche da un punto di vista stilistico: sono stata molto influenzata dalla doppia vita, doppia personalità di questa città di Tokyo: ipertecnologica da una parte e dall’altra molto legata alla tradizione.
Quando poi sono rientrata in Italia nel 2020 a causa del Covid, ho partecipato per puro caso a un concorso de La Biennale Architettura di Venezia, con un’illustrazione che si intitola “Le Stanze Del Tempo Ritrovato” con cui ho vinto il primo premio. Ho raccontato attraverso stanze isometriche la solitudine che stavamo vivendo tutti in quel periodo. Eravamo soli ma in condivisione dello stesso sentimento a livello mondiale. Questa per me è stata un’esperienza molto forte e formativa sotto tutti i punti di vista, mi ha permesso di esprimermi a pieno attraverso l’illustrazione, che ho continuato a coltivare in parallelo ai miei studi, e di crearmi sempre più opportunità come digital artist. Infatti, poco dopo sono entrata in contatto con una start-up italiana emergente che mi ha dato la possibilità di fare un’esposizione molto importante nelle stazioni di Milano e di Roma, dove ho esposto le prime opere NFT. Da lì poi c’è stato un vero e proprio lancio, perché ho sùbito partecipato anche a Videocittà a Roma nel Luglio 2022  e quest’anno anche alla Milano Design Week, con un progetto che è stato esposto su un LED wall in Piazza Sempione di circa 8×14 metri. Per me è stato un evento molto importante perché mi ha dato molta visibilità e soprattutto perché ero arrivata anche a Milano. Continuo oggi a realizzare opere NFT e a sperimentare nuove tecniche. Ad esempio prima facevo solo illustrazioni statiche e invece oggi mi sono lanciata nei video e nelle illustrazioni digitali dinamiche.
La tua scintilla creativa?
F: Oltre all’architettura, è la geometria a guidarmi. Escher per me è una grandissima ispirazione e poi proprio come lui mi piace usare il bianco e il nero, tantissimo. Anche la cultura cyberpunk e sci-fi mi ispirano molto, per cui volevo creare anche una linea un pochino più colorata e “giapponese”.
Secondo te ci può essere un dialogo con l’arte tradizionale? E come lo definiresti?
F: L’arte tradizionale, secondo me, deve sempre essere un punto di riferimento perché chi fa la professione dell’artista NFT, deve comunque interfacciarsi con tutto quello che è stato costruito nel tempo, andando a capire perché si sta andando controcorrente, cosa ci spinge ad essere differenti. Adesso, ad esempio, vanno molto la scultura digitale, le video-installazioni, magari molte generate con intelligenza artificiale. Tutti seguono questa linea. Andare controcorrente ricollegandosi all’arte tradizionale, potrebbe renderti differente e portare un valore aggiunto al tuo lavoro, dando significato a ciò che si fa oltre al mero effetto speciale.
Riesci a immaginare scenari futuri nella tua arte e in quella NFT, in generale?
F: Il settore NFT è in continua evoluzione, non è mai statico, ogni giorno ci sono delle novità. Nel mio caso, l’arte NFT mi sorprende perché, secondo me, non sarà mai nel futuro come la stiamo vivendo adesso. Probabilmente sarà molto più complessa e visivamente più coinvolgente. Magari attraverso l’ibridazione di arti, tecniche e stili riuscirà a sorprenderci.
Invece quali possono essere i limiti di produzione NFT?
F: I limiti potrebbero essere le presenze e contaminazioni di argomenti molto diversi dall’arte e apparentemente distanti, come il trading, ad esempio. Concetti che spesso non vengono compresi o addirittura confusi tra loro. In questo modo ci dimentichiamo che si parla comunque di opere d’arte che vengono restituite a un contesto artistico molto più accessibile. Tradizionalmente il settore artistico rimane chiuso in una cerchia elitaria, con la produzione digitale ognuno può esprimersi liberamente accedendo con molta più facilità al mercato d’arte. La troppa competizione, d’altro canto, genera difficoltà a valutare la qualità e il valore culturale di un’opera riducendola molto spesso unicamente al suo valore di mercato.
Parliamo di uno dei topic che più ha fatto discutere quest’anno: l’introduzione delle intelligenze artificiali. Secondo te che ruolo hanno e quanto sono centrali oggi strumenti come Midjourney o Dall-E in relazione al futuro della cultura artistica? E perché?
F: Qualsiasi tipo di strumento se utilizzato nella giusta maniera è positivo. Se si utilizza l’Intelligenza Artificiale come punto di partenza per il proprio progetto e lo si sviluppa con la propria testa è molto positivo. Se lo si utilizza per sostituzione o pensando che possa essere un linguaggio alternativo a quello personale può diventare negativo, perché ogni aspetto deve essere espresso, ogni visione e personalità, a partire prima di tutto da se stessi senza farsi sostituire.
Perché un’artista dovrebbe cominciare a sfruttare la tecnologia NFT?
F: Se hai voglia di sperimentare e metterti in gioco a 360 gradi, allora consiglierei di farlo, perché è l’unico modo per poter essere veramente libera di generare, creare senza limiti tematici, espositivi o di commissioni. L’artista al di fuori delle logiche NFT oggi si sente più vicina alla figura di un grafico, andando ad eseguire a comando la visione di qualcun’altro.
Secondo te esistono limiti all’ingresso per le donne in questo campo? Che valore aggiunto possono apportare?
F: Le donne hanno le stesse capacità e le stesse qualità degli uomini, per cui io non ci vedo una differenza o una difficoltà all’ingresso. Questo mercato è ancora in una fase di definizione e quindi hai la possibilità di inserirti nella libertà più totale e con molta facilità. Basta volerlo.
Grazie mille Fabiola e ci vediamo alla prossima esposizione!
F: Grazie a te!
Andrea Barbara Romita

Andrea Barbara Romita

Co-founder of CryptoGirl | Digital design & Arts curating

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