Web 4.0: il metaverso e la riabilitazione psicologica in uno spazio virtuale

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Come può la Realtà Aumentata, il Metaverso e la Digital Health trasformare la riabilitazione e la prevenzione, offrendo nuove speranze alle vittime di violenza e rivoluzionare la società?

Scopriamolo insieme in questo articolo.

L'educazione alla pace e la trasformazione culturale

 

Se l’educazione alla pace rappresenta le fondamenta per la creazione di un futuro in cui le nuove generazioni siano sensibili a tematiche come la violenza di genere, l’uguaglianza, l’accoglienza e l’inclusività, è altrettanto vero che però è un percorso che prevede dei risultati nel lungo periodo poiché prevede un lavoro sul linguaggio, sugli schemi mentali, sulle attitudini a partire dai primi anni di vita. Si sa, “prevenire è meglio che curare”, ma cambiare cultura e sostituire gli stereotipi e i pregiudizi non è immediatoDove non arriva la prevenzione, interviene la cura. 

La riabilitazione diventa decisiva per qualsiasi donna che è stata vittima di violenza, e per renderla efficace è necessario introdurre qualsiasi strumento necessario, sia esso fisico o virtuale.

Il metaverso: un'illusione o una risorsa?

 

L’analisi del Web 4.0, del metaverso e della tecnologia blockchain solleva interrogativi sul benessere delle persone, causato da un’illusione di una “realtà perfetta”, un mondo in cui è possibile modellare il proprio corpo virtuale in un luogo senza limiti, in piena libertà. Secondo gli esperti, può lasciare un senso di vuoto, soprattutto perché un utilizzo non equilibrato porta l’individuo a ricercare sempre più intensità, immersività, perdendo ogni contatto con la realtà[1].

La Realtà Aumentata nella cura di fobie e disturbi psichiatrici

 

Il metaverso può essere un’efficace risorsa in ambito medico, soprattutto in ambito di benessere mentale, in particolare per la cura di problematiche psicologiche come patologie e fobie. Un primo esperimento con esiti positivi riguarda l’aracnofobia. Infatti, in merito, i ricercatori dell’Università di Basilea hanno sviluppato un’App chiamata “Phobys” che sfrutta la “teoria dell’esposizione”, per far provare ad un utente la sensazione di avere un ragno realistico accanto, attraverso la tecnologia 3D e la Realtà Aumentata. Grazie a questo esperimento, i ricercatori hanno dimostrato che i livelli di paura e disgusto degli utilizzatori nei confronti dei ragni si sia fortemente ridotta[2]

Molte vittime di violenza rischiano di sviluppare delle vere e proprie fobie anche non prettamente legate al trauma subito; quindi, una tecnologia simile potrebbe rivelarsi molto utile per sconfiggere piccole paure. Oltre a questo, risulta altrettanto funzionale nell’ambito di disturbi psichiatrici o disturbi post-traumatici, poiché grazie alla realtà aumentata sarà possibile somministrare dei test molto più efficaci potendo far vivere delle esperienze più realistiche, ma anche creare attività terapeutiche direttamente da casa[3].

A tal proposito, è nato ed è stato sperimentato il famoso serious game “Sparx” disegnato da un team di clinici dell’Università di Auckland: un videogioco creato con lo scopo di aumentare l’autostima, guarire l’ansia e sconfiggere la depressione negli adolescenti, attraverso delle mirate strategie di apprendimento attivo. Il gioco è abbastanza semplice nel suo funzionamento: il giocatore non affronta i tipici nemici mostruosi, ma i “pensieri negativi”, in un’alternanza tra strategia, impegno mentale e azione. I risultati, secondo le analisi, sembrano essere molto positivi, certificando un’efficacia nei casi di depressione “lieve” o in condizioni non patologiche, dimostrando che la e-therapy, se utilizzata in una prima fase, può davvero affiancare la terapia tradizionale[4].

La psicologia digitale e la riabilitazione dei sex offender

 

A questo tema si lega inevitabilmente quello della psicologia digitale, una neodisciplina che si occupa di studiare e approfondire i punti fin qui analizzati. Fondamentale è la sua implicazione, oltre che per le vittime di violenza, anche per la riabilitazione dei sex offender, ossia i responsabili di reati a sfondo sessuale. Infatti, la cyberpsicologia, grazie all’utilizzo della Virtual Reality e le conoscenze in ambito medico-psichiatrico, si propone di modificare gli schemi di pensiero e comportamenti devianti, prevenendone la recidiva. Dagli esiti emerge che tali trattamenti siano in grado di accelerare le tempistiche di una riabilitazione, rendendola persino più efficace e meno invasiva[5]

Inoltre, a trarne beneficio non sono solamente gli autori del crimine; infatti, l’applicazione di tali tecnologie contribuirebbe a rendere ambienti come il carcere enormemente più riabilitativi, migliorando di riflesso l’intera società.

Uno dei progetti che si occupa di innovare queste pratiche cliniche è “Idego”, azienda che offre soluzioni all’avanguardia per potenziare gli interventi psicologici tradizionali, applicabili a disturbi psicotici, Disturbi del Comportamento Alimentare, Disturbi Ossessivi Compulsivi, l’allenamento mentale o tecnico-tattico, i disturbi d’ansia e la prevenzione[6]

In merito all’ausilio che la Realtà Virtuale può fornire nei casi di violenza di genere, Idego propone l’utilizzo della soluzione “Sister I will tell you”, programma nato da Mi-Ran Lee e Chiyoung Cha, ricercatrici della Ewha Women’s University in Corea del Sud. La soluzione prevede la guida di un ologramma: una donna virtuale che, attraverso la Realtà Aumentata, rassicura le vittime di violenza e le conduce all’alleviamento dell’auto-colpa con la scrittura riflessiva e la meditazione, che permette loro di focalizzarsi sul proprio presente e andare avanti[7]

Il programma mostra ottimi risultati e dalle prime sperimentazioni risulta che, su 34 partecipanti donne di età compresa tra i 18 e 24 anni vittime di violenza sessuale negli ultimi 6 mesi, in 26 che hanno completato l’intervento di 4 settimane si è riscontrato un miglioramento significativo nelle aree del supporto percepito, dell’impatto negativo della violenza e dell’ideazione suicidaria[8].

Conclusioni

Lo sviluppo dei servizi sanitari nel metaverso crea quindi grandi opportunità di accessibilità ai percorsi di guarigione e miglioramento delle prestazioni mediche, ma questo nuovo paradigma della Digital Health può rappresentare una vera e propria chiave persino per le emergenze. Infatti, di recente dei ricercatori hanno creato un accessorio di Realtà Aumentata in grado di inviare i parametri vitali del paziente per ridurre i tempi dell’accoglienza al Pronto Soccorso o ricevere aiuto virtualmente da medici di tutto il mondo in attesa dell’arrivo dell’ambulanza[9].

Nel 2020, si sono registrate più di cinquemila donne con diagnosi di violenza al Pronto Soccorso, spesso in condizioni gravi a seguito di distorsioni del collo, contusioni al viso o multiple[10]

Questa tecnologia potrebbe rivelarsi fondamentale per la rilevazione precoce non solo dei danni fisici, ma anche psicologici: infatti, dalla rilevazione dei parametri si possono identificare stati di shock (aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, raffreddamento cutaneo) e quindi salvaguardare la presunta vittima, gestendo l’emergenza con l’iter di accoglienza e assistenza per le vittime di maltrattamenti, violenza domestica, sessuale, stalking o abusi secondo le linee guida, con immediato soccorso di operatrici sanitarie competenti con capacità di ascolto, comprensione, ma anche per la raccolta delle prove[11].

 

Fonti:

[1] A. Caricato, Metaverso e benessere mentale: quali si rischi si corrono e come superarli, in Agenda Digitale, 2 maggio 2022.
[2] S. Del Fico, Quest’app aiuta a combattere la fobia dei ragni grazie alla realtà aumentata, in GreenMe, 21 settembre 2021.
[3] M. Caccia, Metaverso, la realtà aumentata sostituirà il tuo medico: ecco come, in Conto Corrente Online, 28 dicembre 2021.
[4] D. Revello, Sparx: un videogioco aiuta a combattere la depressione adolescenziale, in Agenda Digitale, 13 luglio 2021.
[5] Capurso, Come usare la VR nel trattamento dei sex offenders, in Idego.it, 19 marzo 2017.
[6] Idego.it, 24 agosto 2022.
[7] Violenza sessuale. La Realtà Virtuale per superare il trauma, in Idego.it, 19 ottobre 2021.
[8] M. Lee, C. Cha, A Mobile Healing Program Using Virtual Reality for Sexual Violence Survivors: A Randomized Controlled Pilot Study, in Worldviews on Evidence-Based Nursing, 27 novembre 2020, p. 50-59.
[9] E. Lima, 5G, realtà virtuale e aumentata: Tim porta nel futuro la sanità italiana, in CorCom, 9 dicembre 2019.
[10] https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-e-accesso-delle-donne-al-pronto-soccorso, 24 agosto 2022.
[11] Linee Guida definitive del progetto PARES, in www.ibambini.it/formazione, s.d., 24 agosto 2022.

Maria Pia Paolicelli

Maria Pia Paolicelli

Co-founder of CryptoGirl | Business development and Partnerships

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Blockchain, Educazione, Metaverso, Violenza di genere, Web3

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